Ritorna il Napoli Strit Festival
Dopo 11 anni di pausa, rieccoci, in silenzio.
Il cosiddetto Strit Festival (strit = stretto, a Napoli = strada, in inglese = strada stretta = vicolo), si è svolto a Napoli per ben 9 anni, dal 1999 al 2007, raccogliendo attorno a sé grandi consensi ed entusiasmo e oltre un milione e mezzo di spettatori/partecipanti. Nelle nove precedenti edizioni hanno collaborato con il Napoli Strit Festival oltre 500 tra Associazioni, Istituzioni pubbliche, Agenzie sociali, Istituti culturali, Ambasciate.
Le nove edizioni precedenti hanno portato in strada, solo a Napoli, oltre duemila artisti provenienti da tutto il mondo e più di un milione di spettatori entusiasti, senza mai perdere di vista l’obiettivo prioritario del Festival: riavvicinare l’arte, le arti, nelle loro più diverse forme di espressione a quella parte della città che resta generalmente più avulsa dalla vita culturale, creando un intenso e spettacolare processo di coinvolgimento sociale, fisico ed emotivo. Il rapporto che si è sviluppato tra i cittadini - napoletani e no - e gli artisti, ha scatenato una festa nella festa, con l’interazione generata dal basso tra l’arte e gli artisti e la vita di tutti i giorni dei fruitori occasionali: il risultato di questa interazione è andato anche al di là della nostra stessa immaginazione. Nelle precedenti edizioni migliaia di giovani e meno giovani, intere famiglie e turisti, in un periodo generalmente fiacco per la città, hanno animato il Centro storico da spettatori e parte integrante degli spettacoli, trasformando i vicoli e le piazze in un immenso e festoso teatro a cielo aperto.
X Edizione: Il festival del silenzio nel cuore del caos
“Il mondo si è riempito di parole. Prima le parole erano lo strumento per dire al mondo. In pochi anni il mondo è caduto dentro le parole, è sparito il silenzio, è sparito l’amore, sparita la poesia. sono rimaste le parole, le trovi ovunque, dette o scritte, dette e scritte da chiunque. Io scrivo sperando che finisca presto l’epoca delle parole. Mi trovo in questa curiosa condizione di amore per le parole e di odio per il fatto che sono rimaste solo le parole, tutto quello che c’era è svanito. Chi poteva immaginare che le parole si sarebbero mangiate il mondo e anche gli scrittori. Una volta gli scrittori partorivano le parole. Adesso le parole neppure si curano più di chi le ha scritte, non si curano di niente se non della loro esistenza. C’è un nuovo Dio, è la parola, ma è un Dio che non interessa a nessuno. Parlare è diventata la preghiera di chi non crede a niente. Il mondo per salvarsi deve tacere lungamente, non c’è altra strada. Ci vuole subito un piano regolatore del silenzio. Lo stop al consumo delle parole è ancora più importante dello stop al consumo del suolo.”Franco Arminio
La decima edizione dello Strit Festival, che è sempre stato identificato con i suoni chiassosi della festa, sarà dedicata al silenzio. Un silenzio atipico, sia per il Festival che, soprattutto, per la città, che come è noto è una delle più chiassose del mondo. L’idea forte attorno alla quale vuole giocare la decima edizione del Napoli Strit Festival è quella della fine del potere magico delle parole, parole ormai svuotate della loro capacità persuasiva, parole che scorrono a fiumi e invadono le nostre vite senza più lasciare traccia di sé, parole impalpabili e violente allo stesso tempo, parole ormai senza significati, parole che, parafrasando Italo Calvino, non sono più capaci di fare ombra sui fogli bianchi. Dunque il Festival celebrerà a modo suo il Funerale delle parole, e lo farà attraverso una serie di attività e azioni artistiche declinate in diversi modi.
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